Oggi viviamo nel mondo della complicazione equestre dove la tendenza è fornire strumenti che io chiamo “archibugi” per ottenere ciò che è semplice (magari non facile) ottenere con l’utilizzo gratuito e corretto del proprio corpo e del tatto equestre.
Facendo un paragone automobilistico, una volta si era in grado di guidare senza sensori di parcheggio, sensori di stanchezza, sensori di frenata, cambio automatico e così via. Comodità che oggi ci evitano quel piccolo sforzo e quella presenza mentale su ciò che dovremmo fare.
Il risultato è un popolo di automobilisti sempre più imbranato e distratto.
E così, come un muscolo che non viene più utilizzato si atrofizza, il cervello che non deve più compiere neanche minimi sforzi ridurrà la sua elasticità e capacità di elaborazione.
Ora, abbandoniamo l’esempio dell’auto e torniamo ai nostri amati cavalli.
Non sei in grado di riunire un cavallo attraverso un lavoro costante e sapiente?
Eccoti redini di ritorno, speroni sempre più lunghi e fantasiosi e adesso, udite udite, la fascia che legata alla sella e passando dietro al posteriore incita il cavallo a portare “sotto” il posteriore stesso.
Mi domando: perché montare ancora a cavallo?!
Abbiamo dunque perso il senso dell’Equitazione?
Cosa c’è di più bello che lavorare un cavallo con le proprie mani, le proprie gambe, il proprio corpo, l’equilibrio, la sensibilità, l’intelletto e con tutto ciò che di utile e gratuito abbiamo già a nostra disposizione?
Davvero vogliamo dimostrare a noi stessi e al mondo che siamo cavalieri così incapaci da dover adottare questi archibugi per poter ottenere dei risultati?
È incredibile vedere nei campi prova cavalieri di secondo grado che utilizzano, per esempio, le redini di ritorno.
Perché?
A quale scopo?
Davvero un secondo grado non è in grado di ottenere quel risultato con le proprie abilità?
Attenzione, non voglio etichettare chi ne fa uso perché spesso così gli hanno insegnato, ha sempre visto fare così, perché semplicemente non si è mai posto il problema…
Voglio solo portare uno spunto di riflessione.
Michel Robert dice che le redini di ritorno possono essere usate solo da quei cavalieri che ne sanno fare a meno.
La domanda è: allora perché usarle?
Ovviamente è proprio a questo che il grande cavaliere francese si riferisce.
L’Equitazione è più semplice di ciò che vogliono farci credere.
Semplice sì, facile è un’altra cosa.
Sono due concetti differenti.
Perché non è facile?
Perché richiede impegno, dedizione, studio continuo, pratica continua, pazienza, equilibrio (fisico e mentale), disponibilità ad accettare l’idea che non hai mai finito di imparare e soprattutto perché il cavallo è un essere vivente con il suo carattere, la sua sensibilità, i suoi bisogni e la capacità, quando può, di dire la sua.
Allora forse il problema è la pigrizia e di questo passo troveremo anche l’archibugio che ci aiuterà a battere la sella, a stare seduti o sull’inforcatura, unici compiti che pare ancora dover svolgere il cavaliere…per ora!
Torniamo a montare senza sensori di parcheggio e assaporiamo di nuovo la bellezza della vera Equitazione!
Ne beneficerà il cavallo, il cavaliere e l’amatore a bordo campo.
Ti auguro di goderti una buona cavalcata!
Silvia
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